Il Casentino è stato storicamente un importante crocevia di persone e di merci, una terra di passaggio solcata da rotte locali, nazionali e internazionali.
Tali vicende sono testimoniate da un ricco insieme di itinerari culturali dedicati a vocazioni e temi diversificati e, non di rado, fortemente radicati nel territorio.
Alcuni itinerari hanno un’origine molto antica. Si pensi ai cammini religiosi (ad es., la Via di Francesco e la Via Romea Germanica) o alle vie della civiltà contadina, come il reticolo delle Vie della Transumanza.
Altri itinerari sono stati immaginati in tempi recenti spesso con l’obiettivo di mettere in collegamento, in termini simbolici, emergenze culturali di varia natura. Si pensi agli itinerari legati alla vita e all’eredità culturale di personaggi importanti (ad es., le Vie di Dante), gastronomici (ad es., Strada dei Sapori del Casentino), artistici (ad es., percorsi nei pressi della Pieve di Romena o del borgo di Sarna) e a quelli che collegano luoghi della memoria (ad es., Battaglia di Campaldino, Strage di Vallucciole, ecc.) o luoghi della cultura materiale (ad es., la Via del Contrabbando del Tabacco e della Polvere da sparo nel territorio di Chitignano). Altri importanti itinerari sono più recenti e legati alla valorizzazione delle risorse naturali del territorio quali, ad esempio, i Sentieri Natura, il Sentiero delle Foreste Sacre o l’Alta Via dei Parchi, esperienze realizzate nell’ambito del territorio del Parco Nazionale.
Nel loro complesso, gli itinerari culturali del Casentino possono avere un ruolo importante nella promozione del territorio e delle sue risorse, materiali e immateriali.
Dall’analisi dello stato dell’arte è emerso che, purtroppo, in Casentino, ad eccezione del territorio interno al Parco Nazionale, tali itinerari sono spesso scollegati gli uni dagli altri, non danno luogo ad un sistema integrato; sembra mancare una visione complessiva e una strategia condivisa in grado di restituire i valori che esprimono così come di valorizzare le opportunità che, nel loro complesso, offrono alla Valle.
Al fine di contrastare la frammentazione e lo scarso coordinamento dei centri decisionali e di preservare e valorizzare il patrimonio culturale associato a tali percorsi tematici, la Strategia propone la costruzione della Rete degli itinerari culturali del Casentino. Non si tratta solo di mettere a sistema una realtà oggi disorganica, ma anche di ricostruire i tracciati con cura filologica identificando con precisione nodi e tratti di ogni itinerario, di prevedere, dove necessario, varianti ai tracciati storici alla luce delle trasformazioni territoriali, di completare il mosaico degli itinerari culturali nelle parti mancanti, di disegnare nuovi tratti per collegare i singoli percorsi tematici tra di loro e con le emergenze culturali (storiche, naturalistiche, paesaggistiche, architettoniche, archeologiche, ecc.) ad essi contigue. Si pensi, ad esempio, al Lago degli Idoli (sacro agli Etruschi) o al Molin di Bucchio per la Via di Francesco (S2_T3.1 “Recupero e valorizzazione degli itinerari culturali del Casentino”).
La Strategia, in ogni fase della sua implementazione, necessita del coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder attraverso l’organizzazione di iniziative che permettano agli abitanti e ai turisti di esprimere i loro contributi e idee, promuovendo, così, un senso di appartenenza e responsabilità verso il patrimonio culturale della Valle. È fondamentale garantire che lo sviluppo della Rete degli itinerari rifletta le esigenze e i valori delle comunità locali, assicurando che le loro opinioni e preferenze siano incorporate nel progetto, così da creare un sistema che risponda davvero alle aspettative e alle necessità di chi vive e lavora nel territorio. La partecipazione attiva di abitanti e visitatori, non solo consente di legittimare il processo, ma aumenta anche la sostenibilità delle iniziative nel tempo, trasformando la Rete degli itinerari culturali del Casentino in un patrimonio realmente condiviso.
Al fine di garantire il successo di questa Strategia è necessario mettere in atto adeguate misure per controllare le conflittualità che potrebbero emergere per effetto dei diversi ruoli ricoperti dagli attori coinvolti e dalle distinte priorità ed esigenze che essi potrebbero esprimere/rappresentare.
I soggetti promotori di questa Strategia potrebbero identificarsi nella Regione Toscana e nell’Unione dei Comuni in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale e negli enti e associazioni gestori degli itinerari. I soggetti attuatori della Strategia saranno individuati sulla base delle peculiarità delle singole Azioni.
Alla Strategia S1_T3.1 sono sottesi i Principi di rigenerazione REACT indicati in grassetto nell’elenco che segue:

Uno dei principali ostacoli alla valorizzazione degli itinerari culturali del Casentino, ripetutamente segnalato anche dagli attori locali nella fase di analisi sul campo condotta nel corso della ricerca REACT, è la mancanza di una ‘cabina di regia’ in grado di coordinare gli enti territoriali e gli attori locali interessati. Questa criticità riguarda sia i singoli itinerari e le singole tipologie tematiche sia, in termini più generali, la complessa rete degli itinerari culturali della Valle.
Il meccanismo a rete dell’itinerario rende centrale il tema della costituzione di una struttura di coordinamento multilivello al fine di assicurare una gestione efficace e integrata delle risorse e la gestione e la cooperazione di vari attori: Parco Nazionale, enti locali, organizzazioni turistiche, imprese e cooperative locali, Club Alpino Italiano, associazioni di volontariato.
Sebbene si registri la presenza di alcuni organismi di coordinamento rivolti all’organizzazione dei singoli itinerari, l’Azione si propone di costituire una struttura di Valle, responsabile del coordinamento di tutti i soggetti interessati al recupero e alla valorizzazione degli itinerari culturali. Tale struttura dovrebbe muoversi all’interno di una visione culturale e operativa comprensiva e garantire una gestione integrata e sinergica degli itinerari culturali.
Lo scopo è superare la frammentazione attuale, migliorare la cooperazione tra enti e soggetti (locali e non locali) interessati, migliorare le connessioni tra i diversi itinerari e promuovere una gestione più efficiente delle risorse del territorio (paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche, archeologiche, culturali, ecc.). La struttura di coordinamento dovrebbe garantire, inoltre, che le decisioni siano prese in modo concertato, rispettando le esigenze e le priorità di tutti gli attori coinvolti (a partire dagli abitanti dei luoghi interessati), con un focus sulla sostenibilità e sullo sviluppo a lungo termine del territorio.
Tra i compiti operativi della struttura di coordinamento possono individuarsi: l’elaborazione di strumenti di indirizzo per la programmazione, la progettazione e la gestione degli itinerari culturali, nonché la determinazione di strumenti di comunicazione e promozione integrata del territorio. Sarà decisivo il dialogo con l’Ente Parco Nazionale, anche allo scopo di mutuare da esso le buone pratiche fin qui attuate.
Segue una sintetica descrizione di due interessanti buone pratiche.
I soggetti attuatori di questa Azione potrebbero identificarsi nell’Unione dei Comuni e/o nel GAL Appennino Aretino, affiancati dalle imprese e cooperative di comunità e dalle associazioni culturali e di volontariato locali.
La costruzione della Rete degli itinerari culturali del Casentino richiede una fase propedeutica di rilievo, descrizione e restituzione cartografica digitale degli itinerari culturali esistenti, suddivisi per tipologie. L’Azione è finalizzata a creare e consolidare una solida base conoscitiva per la programmazione e la progettazione degli interventi di recupero e valorizzazione degli itinerari culturali censiti attraverso la realizzazione di una mappa interattiva, dettagliata e costantemente aggiornata. La Mappa deve consentire di identificare con precisione i tracciati, i punti nodali e le caratteristiche distintive di ogni percorso. Essa dovrebbe partire dall’acquisizione, validazione e armonizzazione delle diverse banche dati cartografiche della sentieristica già disponibili, a partire dal catasto dei sentieri della Regione Toscana, dalla mappatura dei sentieri del Parco Nazionale e da altri database prodotti dal Club Alpino Italiano o da altre associazioni.
Approfondite analisi sul campo e un approccio integrato e collaborativo con il coinvolgimento delle comunità locali saranno utili a ‘marcare’, descrivere e documentare l’oggetto di studio: i luoghi di rilevanza storica, naturale e paesaggistica, gli episodi che hanno connotato la storia del territorio e della sua gente, i fattori di degrado ambientale presenti lungo o nelle vicinanze degli itinerari, la rete diffusa dei produttori locali e delle attività artigianali ed economiche legate all’identità territoriale del Casentino (A5_S2_T3.1 “Creazione di una rete diffusa di imprese di produzione, trasformazione e fruizione di prodotti locali per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico del Casentino lungo i suoi itinerari culturali”) nonché le strutture di accoglienza (ricettive e di ristoro) presenti lungo o in prossimità degli itinerari culturali (S2_T4.3 “Riutilizzo delle piccole costruzioni rurali abbandonate lungo gli itinerari culturali del Casentino come microstrutture di ospitalità” e S3_T4.3 “Riconversione di edifici pubblici abbandonati in prossimità degli itinerari culturali del Casentino in strutture ricettive”).
Tra le buone pratiche si possono segnalare:
L’attuazione di questa Azione potrebbe essere affidata all’Unione dei Comuni e ai Comuni della Valle, con la collaborazione dell’Ente Parco Nazionale, delle associazioni culturali e di volontariato locali, nonché delle imprese e cooperative di comunità. Potrebbe usufruire del supporto del GAL Appennino Aretino. Approfondimenti tematici legati alle diverse particolarità degli itinerari potrebbero essere affidati ad esperti di diverse discipline, quali naturalisti/biologi, geologi, paesaggisti, storici, ecc.
L’Azione mira a completare e rafforzare la Rete degli itinerari culturali del Casentino, attraverso il collegamento dei percorsi esistenti e la creazione di nuove connessioni con le emergenze culturali, sociali e produttive del territorio.
L’obiettivo è realizzare nuovi tratti tematici e raccordi strategici che consentano di:
In questo modo, si intende massimizzare il potenziale culturale e turistico degli itinerari culturali della Valle, offrendo ai visitatori un’esperienza più ricca e completa.
Il celebre Cammino di Santiago de Compostela è l’esempio emblematico di come nel tempo si siano attivati numerosi percorsi e anelli che conducono alla Cattedrale del Santo, tutti percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo. La dettagliata mappa dei cammini di Santiago riporta infatti un intrico di sentieri che parte da diverse regioni europee per convergere in varie località lungo il tragitto devozionale fino a unirsi tutti nella meta sacra della Cattedrale. Questi percorsi sono suddivisi in tappe, permettendo ai pellegrini di pianificare la loro esperienza passo dopo passo e di effettuare deviazioni durante il tragitto.
Oltre al ruolo principale dell’Unione dei Comuni e dei singoli Comuni della Valle, l’attuazione di questa Azione potrebbe interessare le imprese e cooperative di comunità e le associazioni culturali e di volontariato locali, con il contributo di paesaggisti, naturalisti ed ecologi, eventualmente supportati dal GAL Appennino Aretino.
Ultimo aggiornamento
07.11.2025